CHE COSA SIGNIFICA SATYA NELLO YOGA

Oggi parliamo del secondo degli YAMA per chi segue la via yogica.

Che cosa significa Satya?

Satya, nome in sanscrito che letteralmente si traduce in “verità e onestà“.

Viene anche interpretata come ” verità assoluta“, ma Satya si riferisce anche alla virtù di essere sinceri nel proprio pensiero, nella proprie azioni e nella parola durante la vita di tutti i giorni e non solo nella pratica quotidiana dello yoga.

Satya è il secondo dei cinque Yama, così come descritto nel sentiero degli Otto Passi di Patanjali, gli Yoga Sutra.

“Quando il sadhaka (il praticante) è ben stabilito nella pratica della verità, le sue parole diventano così potenti che qualsiasi cosa dica si realizza.”(Yoga Sutra 2,36)
La parola Satya deriva dalle parole Sat e ya: Sat significa essere, la realtà, ed è il participio presente della radice come “essere”, mentre Ya sta per yam e significa “avanzare, sostenere, sorreggere”, letteralmente “ciò che è vero, reale,valido“.

Satya viene ampiamente discusso sia nella letteratura Vedica e poi nei Sutra, che nelle varie Upanishad, tra cui la “Brhadaranyaka Upanishad” dove Satya è chiamato il mezzo per Brahman, così come Brahman stesso che si traduce in “Essere” e “il vero sé”.

COSA SIGNIFICA SATYA NELLO YOGA E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?

Satya ha che fare anche con la parola e con il come usiamo quello che è un dono ossia la parola.

Nella vita quotidiana applicare satya significherebbe in qualche modo:

-dire sempre la verità
-riflettere prima di parlare

-parlare con gentilezza

-parlare con amore

Occorre eliminare la parola inutile, quella che non serve, la parola riempitiva che vuole riempire il vuoto dei nostri disagi, la parola superficiale priva di senso reale e la parola frettolosa, quella detta in fretta, senza riflettere e soprattutto la parola non veritiera.

Verità quindi ma gentilezza allo stesso tempo e quindi non è possibile parlare dicendo tutto quello che ci passa dalla testa, è bene parlare dicendo la verità quando è necessario e sempre con gentilezza, dal cuore.

Patanjali stesso mette la non violenza al di sopra della verità, in quanto la riteneva più importante e questo in parole povere significa che se la verità ci dovesse portare alla violenza, in questo caso dovremmo evitare la violenza sacrificando la verità.

Satya indica l’uso positivo della parola e delle azioni mentali.

Bisogna dire la verità, ma quando è dura occorre stare attenti a non dirla bruscamente, si possono trovare formule rispettose che possano essere di aiuto a chi ci ascolta.

Imporre le proprie idee, il proprio pensiero, il proprio punto di vista, è arrogante e violento.

A volte è meglio tacere, poiché saper tacere è una grandissima virtù.

COME SI APPLICA SATYA NELLO YOGA?

Avendo parlato della verità, della gentilezza ci chiediamo come questo si applichi alla pratica fisica dello yoga.

La nostra interpretazione è forse quella più comune: verità significa ascolto di se, ascolto di sé significa consapevolezza della propria mente, del proprio corpo, di se stessi e questo dovrebbe farci essere onesti con noi stessi e con il nostro corpo. Verità nella pratica significa essere gentili, positivi e soprattutto onesti rispetto a chi siamo e cosa facciamo.
 

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