COSA SIGNIFICA APARIGRAHA
Parliamo ora del quinto yama ossia APARIGRAHA
In senso letterale Aparigraha significa “non afferrare le cose”; Graha significa “afferrare” e “apari” significa “cose”.
Ma possiamo tradurre con “non possessività“.
Nello yoga infatti il quinto yama si riferisce al non attaccamento, al non possesso.
Impariamo ad eliminare o ridurre l’influenza negativa dell’accumulare gli oggetti, a vivere una vita più sana rafforzando la consapevolezza dell’essere anziché dell’avere.
E’ un’occasione capirei perché c identifichiamo con gli oggetti; diventiamo liberi dalla schiavitù del possesso, combattiamo l’avidità e approfondiamo sempre di più il cammino della ricerca interiore.
Il senso del quinto yama quindi cosa significa Aparigraha è: “Tutte le cose del mondo sono da utilizzare, ma non da possedere”.
Ogni volta che siamo possessivi, siamo a nostra volta posseduti. Cerchiamo di trattenere con ansia le nostre cose e a volerne sempre di più, ma se imparassimo a fare buon uso degli oggetti e di quanto la vita ci offre, allora possiamo con tranquillità goderne, non ci identifichiamo con gli oggetti stessi, non ne diventiamo dipendenti ed essi non esercitano potere su di noi.
Questo atteggiamento è fantastico per liberarsi dall’avidità e essere felici di quello che abbiamo, anche se a volte non sembrare molto.
Solitamente sembra che non è abbastanza quando la tua attenzione è diretta verso ciò che non hai. Ogni volta che la tua mente va su cose che vorresti avere, prova a spostare l’attenzione da ciò che non hai e che vorresti verso ciò che invece hai.
Sono sicuro che ti farà apprezzare di più quello che hai e ti permetterà di combattere l’avidità.
COSA SIGNIFICA APARIGRAHA
Non c’è niente di male nell’apprezzare le cose materiali, gioire della loro bellezza, della loro utilità ed essere grati di tutto ciò che la vita ci offre, il problema nasce quando il semplice apprezzamento lascia il posto all’avidità e cerchiamo di volere sempre di più, quando ci riempiamo del superfluo e investiamo tutte le nostre energie nel cercare di accumulare cose.
Basta guardare il nostro rapporto con il cibo, a volte vogliamo di più di quello di cui abbiamo realmente bisogno solo per il possesso o il desiderio del possesso e finiamo così con il compromettere la nostra salute fisica.
Imparando ad accontentarci di quello che abbiamo e abbiamo realmente bisogno allora cambia la prospettiva anche nei confronti della vita e di noi stessi.
Aparigraha si applica nella vita quotidiana: se qualcuno ci offre qualcosa del quale abbonda e che a noi manca, dobbiamo chiederci se possederlo avrà degli effetti positivi per noi, se è essenziale, se apporta del bene alla nostra condizione allora possiamo accettare ma se non è così allora è bene lasciarlo li.
Lo scopo di Aparigraha è far sì che non diventiamo schiavi del possesso degli oggetti materiali e che riduciamo in noi l’influenza che il possedere crea.
Bisogna che ci osserviamo così come si fa nella meditazione. L’uomo moderno ha una tendenza innata al possesso e non sempre è facile conoscerne l’origine, ma non occorre sradicarla. Quello che possiamo fare per iniziare la nostra pratica di Aparigraha, è decidere a che cosa attaccarci e quindi dove rivolgere la nostra attenzione, verso una direzione piuttosto che un’altra: saper scegliere.
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