I 5 RITI TIBETANI
Sapete cosa sono i 5 riti tibetani? Sono uno dei segreti di longevità dei monaci tibetani e ormai famosi anche in occidente aiutano a tenersi in forma e a vivere più a lungo;
Il tibet è famoso per il Dalai lama, per i suoi monaci ma pochi sanno che si studia anche lo yoga, in una variante più dinamica ma sempre molto efficace. Studiare con i monaci è un esperienza entusiasmante ma anche molto intensa; i monaci infatti sono più dinamici di quello che si pensa e tutti i giorni iniziano la loro giornata proprio con i 5 riti tibetani.
COSA SONO I 5 RITI TIBETANI
I 5 tibetani sono un sistema di esercizi la cui origini è piuttosto dubbia, però secondo varie fonti sappiamo che già 2500 anni fa venivano praticati sulle montagne dell’Himalaya proprio dagli abitanti del Tibet.
Osservando bene e soprattutto ascoltando i monaci questi esercizi fanno parte dello yoga da cui si sono differenziati poiché le posizioni che si eseguono durante i 5 riti vengono eseguite in modo dinamico e non tenute a lungo come invece nel classico hatha yoga.
Questi esercizi sono rimasti confinate nel Tibet fino a che un occidentale, Peter Kelder, non pubblicò nel 1939 il conosciutissimo libro “i 5 tibetani“.
Prima di vedere come eseguirli vediamo i BENEFICI DEI 5 RITI TIBETANI
BENEFICI DEI 5 RITI TIBETANI
Proprio come si fa con il saluto al sole, i 5 tibetani andrebbero praticati ogni mattina proprio per iniziare la giornata nel migliore dei modi ristabilendo un po’ di equilibrio nel corpo che è rimasto disteso a lungo.
Secondo i monaci tibetani se si prende l’abitudine di eseguire questi esercizi quotidianamente sia il corpo che la mente restano giovani più a lungo e ci si sente notevolmente meglio e hanno notevoli benefici.
- Innalzano i livelli di energia per equilibrare i chakra e iniziare la giornata al meglio.
- Calmano la mente e combattono lo stress.
- Combattono il mal di schiena.
- Rafforzano tutto il corpo, in particolare le gambe, i fianchi, l’addome, la schiena, le braccia e le spalle.
- Migliorano la flessibilità.
- Migliorano la respirazione.
- Migliorano la postura.
- aiutano a perdere peso
- Migliorano la digestione perché lavorano su tutti gli organi addominali.
- Per le donne migliorano i sintomi sia delle mestruazioni che della menopausa.
- Riequilibrano tutti i chakra e quindi anche tutte le ghiandole endocrine ad essi associate.
Sono davvero tanti i benefici dei 5 riti tibetani ovviamente se fatti con costanza.
COME FARE I 5 RITI TIBETANI
Vediamo adesso i 5 esercizi che compongono la sequenza uno ad uno e come fare i 5 riti tibetani.
Bastano circa 10/20 minuti al giorno per vedere grandi risultati andrebbero fatti di mattina ma va bene qualsiasi orario purché non dopo pranzo.
Ogni rito andrebbe ripetuto ben 21 volte ma, come già suggerito precedentemente, questo numero è da considerare un punto d’arrivo e non di partenza, per cui meglio partire con 3 ripetizioni per poi aumentare gradualmente fino a raggiungere le 21 volte.
Il primo rito tibetano
-Inizia mettendoti in quella che è una variazione di Tadasana, la posizione della montagna: piedi paralleli e alla stessa larghezza del bacino, mani lungo i fianchi.
-Porta le braccia in alto alla stessa altezza delle spalle con il palmo delle mani rivolto verso il basso.
-A questo punto inizia a girare verso destra, in senso orario, girando i piedi di circa 90° gradi alla volta cercando di ritornare sempre nella posizione in cui sei partito.(un vero giro praticamente)
-Se riesci arriva fino a 21 ripetizioni ma le prime volte che lo esegui potresti avvertire dei capogiri. Non ti preoccupare perché è del tutto normale. Arriva al numero di ripetizioni che riesci senza che le vertigi prendano il sopravvento e poi ritorna in Tadasana.
-Rimani in questa posizione per qualche respiro.
-Per far si che la testa giri di meno puoi cercare di fissare con lo sguardo un punto davanti a te per la maggior parte della rotazione.
Il primo rito tibetano è molto benefico perché attiva tutti i chakra e permette il fluire dell’energia tra tutti i centri energetici.
Il secondo rito tibetano
-Stenditi a terra come se dovessi fare Savasana.
-A questo punto espirando porta le gambe ad angolo retto, come se dovessi fare la posizione del pilastro dello yoga, ma le mani rimangono a terra con i palmi rivolti vero il tappetino. I piedi sono a martello. -Contemporaneamente alza la testa come se dovessi andarti a guardare l’ombelico. Mantieni il mento verso il collo.
-Inspirando riporta sia le gambe che la testa a terra. I piedi questa volta non sono a martello ma le punte sono distese in avanti per allungare il dorso dei piedi.
-Questo esercizio può essere abbastanza impegnativo per la zona lombare. Ti consiglio perciò di iniziare a farlo piegano le ginocchia tra un movimento e l’altro. In questo modo manterrai la zona lombare al sicuro..
Questo secondo rito agisce prevalentemente sui primi 5 chakra, rafforza le gambe, il collo, i muscoli addominali, stimola gli organi che si trovano nell’addome e allunga tutta la schiena.
Il terzo rito tibetano
Il terzo rito tibetano è una sorta di versione dinamica di Ustrasana, la posizione del cammello.
-Mettiti in ginocchio con il bacino sopra le ginocchia e le spalle sopra il bacino. Le punte dei piedi sono a terra. Le mani vanno sopra ai glutei.
-Inspirando piega all’indietro solo la parte superiore della schiena senza spostare il bacino che dovrebbe rimanere sempre perpendicolare al terreno. Porta delicatamente anche la testa all’indietro e lo sguardo verso l’alto. Per mantenere il collo al sicuro ti consiglio di portare leggermente il mento verso il collo. I gomiti vanno uno verso l’altro per aprire il petto e le spalle.
-Espirando ritorna delicatamente nella posizione di partenza.
-Ripeti questo esercizio per 21 volte o fino a quando senti che riesci ad eseguirlo senza avvertire tensione.
Questo esercizio lavora sul 3°, 4° e sul 5° chakra, apre il petto e le spalle, allunga la gola, distende gli organi addominali e migliora la respirazione.
Il quarto rito tibetano
-Siediti a terra con le gambe distese in avanti, i piedi a martello, la schiena ben dritta, le spalle aperte e lo sguardo rivolto in avanti. Le braccia invece sono lungo i fianchi, i palmi poggiano a terra e le dita sono rivolte verso i piedi. Nello yoga tradizionale questa posizione è chiamata Dandasana, la posizione del bastone.
-Inspirando premi con le mani e con i talloni a terra e solleva il bacino verso l’alto fino a formare un ponte. -Le ginocchia vanno sopra ai talloni e le spalle rimangono sopra i polsi. Il bacino dovrebbe essere alla stessa altezza delle spalle e delle ginocchia. La testa va leggermente all’indietro. Questa posizione nello yoga è chiamata Ardha Purvottanasana.
-Se hai problemi al collo evita di portare la testa all’indietro oppure guarda in alto.
-Espirando abbassa il bacino e ritorna nella posizione di partenza.
Il quinto rito tibetano
Il quinto esercizio può essere considerato come una transizione dinamica tra due delle posizioni yoga più conosciute, il cane a faccia in giù e il cane a faccia in su.
-Inizia posizionandoti “a quattro zampe” con le spalle quinto rito tibetanosopra i polsi e il bacino sopra le ginocchia.
-Espirando solleva i glutei e raddrizza le gambe assumendo Adho Mukha Svanasana, la posizione del cane a faccia in giù. Le gambe sono distese, i talloni dovrebbero toccare terra, le dita delle mani sono ben aperte, i gomiti ruotano verso l’esterno e le spalle sono rilassate.
-Inspirando abbassa il bacino fino quasi a toccare terra, porta le spalle sopra i polsi e inarca la schiena verso l’alto. Se riesci lo sguardo va verso l’alto altrimenti puoi anche guardare in avanti. Questa posizione è una variante di Urdhva Mukha Svanasana, il cane a faccia in sù.
-Continua eseguendo la transizione tra queste due posizione per 21 volte oppure fino a che sei in grado.
Il movimento tra il cane a faccia in giù e quello a faccia in sù può essere abbastanza impegnativo.
Quindi se hai appena iniziato a fare yoga ti consiglio di farlo lentamente e dolcemente. Una volta imparato bene potrai farlo anche più velocemente.
Sono piuttosto impegnativi ma molto efficaci, attenzione però anche alle controindicazioni, non sono adatti infatti
- Se soffri di ipertensione.
- Se sei in gravidanza.
- Se soffri di problemi cardiaci
- Se hai una o più ernie, oppure altre patologie simili come ad esempio lo scivolamento delle vertebre.
- Se soffri di ipertiroidismo.
Se vuoi approfondire le posizioni yoga da cui derivano i 5 riti tibetani(o meglio che fanno parte dei 5 riti tibetani) ti consigliamo questa guida.
Se vuoi approfondire altre tematiche relative al tibet ti consigliamo questi articoli.
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Nel secondo e quinto rito la respirazione indicata non é corretta … in altri testi sembra essere l’esatto opposto
Grazie del tuo commento, la respirazione è piuttosto complicata,nel senso che ci sono diverse scuole di pensiero. Noi ci atteniamo a quello che ci hanno insegnato in Tibet, ovviamente siamo consapevoli che non tutti possano essere d’accordo; noi però ci troviamo bene con questa respirazione. Namastè
Io ho trovato un grande beneficio eseguendo una lunga espirazione che continua fino alla fine dell’ “esercizio”
grazie Gerardo del tuo suggerimento
Perché non sono indicati se si soffre di ipertensione?
Salve Alberto, i riti tibetani non sono indicati perchè contribuiscono a far salire la pressione e di conseguenza peggiorano la condizione esistente.
Salve! A proposito della ipertensione, perché gli esercizi sono controindicati? Aumentano la pressione? E se uno come me ha la pressione regolarizzata con un farmaco, rimangono comunque controindicato i 5 tibetani? Grazie, buona giornata
Salve Giliberto, in caso di pressione alta sono controindicati perchè appunto la alzano ancora di più, normalmente se assume un farmaco significa che la sua pressione è sotto controllo quindi può farli ma sicuramente non opterei per tutta la serie di 21, ma magari ridurre un pò.
Namaste